Savona Candidata a Capitale della Cultura per il 2027, via agli incontri
- Andrea Chiovelli
- 6 dic 2023
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 9 gen 2024
“Comunque vada a finire, se avremo riportato nei savonesi l’orgoglio per la loro città e le sue potenzialità avremo comunque fatto qualcosa di grande”.
E’ questa la filosofia alla base dell’iter, iniziato questa mattina, volto a candidare Savona come Capitale italiana della Cultura nel 2027. A pronunciare queste parole è Paolo Verri, manager culturale ed esperto in candidature di città per il loro sviluppo: è lui la persona scelta dal Comune per coordinare il lungo lavoro necessario alla creazione del “dossier” di 60 pagine che costituirà la candidatura ufficiale.Il suo curriculum è di quelli pesanti: direttore del Salone Internazionale del Libro di Torino dal 1993 al 1997, ha diretto il piano strategico di Torino fino al 2006, i festeggiamenti per il 150° dell’Unità d’Italia nel 2011, gli eventi del Padiglione Italia di Expo Milano 2015, e da pochi giorni è il nuovo direttore della Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori. “E’ sicuramente un uomo di grandissima levatura, esperienza e capacità – commenta Marco Russo, sindaco di Savona – E’ quello che ci serve per aiutarci a tirare fuori ciò che la città ha. Io lo dico sempre: la brace che c’è sotto la cenere esiste, lui è la persona giusta per aiutarci a tirarla fuori ma anche per stimolarci a ‘salire’ qualche gradino nello standing della città, abituandoci alle sfide di ampio respiro. Dobbiamo abituarci ad alzare lo sguardo, lui ci aiuta a farlo tirando fuori le qualità che la città ha”.
Un vero e proprio specialista, Verri, che sul petto ha già una “medaglia”: la candidatura vincente di Matera a Capitale europea della Cultura nel 2019. “E’ molto bello progettare qualcosa che non c’è – racconta – E nel concetto stesso di candidatura a Capitale della cultura è insito il concetto che stiamo producendo qualcosa che non c’era prima. Tutta la bellezza, tutta la ricchezza, tutto il sapere ma anche tutta la sfiga, tutte le inefficienze, tutte le difficoltà vengono superate da una visione di futuro. Quindi progettare una candidatura come è successo per città come Barcellona, Bilbao, Torino, Milano, Dubai o Riad significa immaginare ‘quello che non c’è’ insieme alle persone: la bellezza del percorso è lavorare con le persone perché una comunità progetti insieme il suo futuro“.
Un lavoro di gruppo, dunque. E per questo, dopo qualche appuntamento propedeutico, questa mattina è arrivato il viavero e proprio con una serie di incontri tra vari “mondi” della città (oggi quelli della cultura, dell’economia e dei giovani, domani toccherà al sociale) e i componenti di quello che è stato battezzato “ufficio di candidatura”, composto da 5 persone. Con Verri ne fanno parte Roberta Milano (figura riconosciuta a livello nazionale nei settori del marketing e del turismo, coordinerà la comunicazione), Marta Sperati(dirigente dell’ufficio Cultura) e due giovani individuati da Fondazione De Mari: Beatrice Giacardi, laureata in Conservazione dei beni culturali e attualmente iscritta alla laurea specialistica in Digital Humanities al Campus di Savona, e Francesco Zoppi, che ha conseguito una laurea magistrale alla Cattolica di Milano in Economia dei Beni Culturali.
“Le prime sensazioni sono positive – commenta Russo – Dopo che a marzo abbiamo lanciato l’idea, abbiamo lasciato ‘filtrare l’acqua nel terreno’, ricevendo anche riscontri interessanti. In questi primi incontri stiamo notando che c’è già una predisposizione e una buona capacità di mettersi in gioco, perché bisogna ricercare qualcosa che non abbiamo. Verri dice che non dobbiamo candidarci in base a ciò che abbiamo ma in base a ciò che ci manca: ci vuole uno spirito di ricerca che vedo in questi primi incontri, ed è molto incoraggiante”.
Il percorso è ben delineato, anche per via della tabella di marcia “obbligata”: “Il Ministero in questo momento sta valutando le domande delle città che si sono candidate per l’anno 2026 – spiega Verri – Questo percorso finirà verso marzo, poi partirà il bando per l’anno 2027, che è quello al quale noi partecipiamo. Dato che sappiamo sostanzialmente quali sono le richieste del bando, sappiamo già che cosa dobbiamo fare. Oggi iniziamo ad ascoltare tutta la città, ma da gennaio a marzo lo faremo in maniera più approfondita; fra aprile e maggio restituiremo le idee che la città ha messo sul tavolo, e da luglio produrremo fisicamente il dossier che andrà consegnato più o meno fra il 20 e il 30 settembre 2024“.
La scelta di includere nell’ufficio due neolaureati è tutt’altro che casuale: “E’ molto importante rivolgere ai giovani questo tipo di programmazione – chiarisce Verri – Noi abbiamo sempre meno giovani in Italia e in Europa, Savona è una delle città più anziane d’Italia e la Liguria è una delle regioni più anziane d’Europa. Questo vuol dire che noi ci candidiamo per progettare un cambiamento di passo molto significativo. Sta concludendosi l’esperienza della generazione più numerosa che abbia abitato l’Italia e Savona, dobbiamo progettare qualcosa che arriva inevitabilmente al 2050. Quindi le nostre esperienze sono certamente importanti ma il loro punto di vista, la loro ‘vision’ sarà decisiva per scrivere delle cose di successo”.
Quando Russo propose la candidatura a Capitale della Cultura, già in campagna elettorale, molti la videro più che altro come una utopia, se non una vera e propria provocazione: “Non è mai stato così – ribatte il sindaco – In realtà la ragione per cui l’avevo lanciata era proprio perché rispondeva a ciò che la città in ogni caso deve fare, cioè completare il suo lungo percorso di transizione postindustriale. Ritrovare una identità di cui essere consapevoli innanzitutto noi e che sia riconoscibile anche all’esterno. Questo percorso, che ormai è pluridecennale, deve completarsi. La nostra azione amministrativa va in questa direzione e il percorso di Capitale della Cultura risponde a questa esigenza. Era una proposta che aveva una finalità molto precisa: stiamo cercando di attuarla e ormai è avviata”.
Verri si dice estremamente fiducioso: “Io ci credo veramente, perché sennò non si fanno le cose. Perché Savona potrebbe farcela? Perché ha un sindaco e una giunta veramente aperti al territorio. Perché potremmo perdere? Potrebbe esserci una città che scriverà una cosa più interessante di quella che sapremo scrivere noi. Facciamo così: nel caso si vinca sarà merito del sindaco, se perderemo sarà colpa mia…“.
Andrea Chiovelli
06/12/2023
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